Il concetto di sostenibilità se applicato all’attività agricola, fa riferimento ad una gestione conservativa di beni quali acqua, suolo, risorse genetiche animali e vegetali, in grado conciliarne l’utilizzo con il loro mantenimento a favore delle generazioni a venire.
L’azienda agricola infatti deve tendere d’occhio i cambiamenti e gli orientamenti tecnologici, così da aggiornare la tecnica di coltivazione e renderla appropriata sia dal punto di vista tecnico che ambientale.
L’adozione di un metodo di produzione con un grado di sostenibilità maggiore rappresenta quindi un risultato importante.
Aumenta l’attenzione del produttore alla tutela ed all’utilizzo consapevole delle risorse.
Come abbiamo sottilineato spesso, raccontando della nostra filosofia aziendale e delle nostre tecniche di produzione, non amiamo intrometterci nel lavoro che la natura svolge, indipendentemente dall’uomo, se non quando necessario.
Questo perché sicuramente la coltivazione dell’uva in filari, la potatura, il lavoro della terra e così via sono tutti elementi non “naturali“ ma che avvengono per mano dell’uomo.
Partendo da queste “intromissioni” preferiamo non aggiungere poi elementi chimici, fertilizzanti, se non prodotti dalla vigna stessa, o altri elementi che possano creare un prodotto finale più “pompato” ma poco naturale.
Abbiamo anche eliminato l’irrigazione dei campi, pratica che invece era utilizzata ai tempi dei nostri avi.
Non possiamo prenderci tutto il merito perché questa scelta è sicuramente stata permessa dal nostro terreno, che essendo più sabbioso che argilloso, trattiene molto l’acqua.
Il terreno incide così tanto in una scelta?
Direi proprio di si, dipende dalla capacità del terreno stesso di fungere da serbatoio.
Nel nostro caso, anche se non piove da settimane, scavando un poco, anche a mani nude, si potrà toccare la terra umida, si sente subito, dopo pochi strati.
Questo permette alle radici di avere acqua anche nei periodi più caldi, frequenti in Sicilia, riuscendo così a far fronte alle variazioni considerevoli dell’acqua disponibile.
Quest’anno è stato un anno molto diverso dai precedenti. Un inverno molto piovoso che spesso non ci ha permesso di lavorare in vigna viste le forti piogge.
Lavorando la terra dipendiamo inevitabilmente dal meteo che può essere più o meno generoso influenzando così il nostro lavoro quotidiano.
Fondamentale nella scelta di non introdurre un sistema idrico è la valutazione dello stress che la mancanza o l’eccesso di acqua può portare alla pianta.
Lo stress in epoca precoce limita la produzione, portando all’ottenimento di acini più piccoli.
Per decidere se irrigare bisogna valutare che la mancanza di acqua determina una riduzione dell’apertura stomatica, con riflessi negativi sulla quantità e sulla qualità della produzione ottenibile, ma qui andiamo molto sul tecnico.
Come spesso abbiamo sottolineato, il benessere della terra e delle piante è il nostro primo obiettivo, per questo la scelta di eliminare l’irrigazione è stata molto accurata e ben ponderata.
In sostanza cerchiamo di causare meno stress possibile alle piante e di metterle, al contrario, in condizioni più sicure e naturali possibili.