novembre 2, 2020 di Luigi Salvo
Dopo oltre 30 anni di degustazioni sorprendersi è sempre bellissimo, poi se questa sorpresa arriva da un vino siciliano diventa emozione. Lui è un Grillo nato nelle campagne Virzì a Monreale (Pa), il suo papà è Francesco Spadafora, un Principe agronomo che vive le sue terre e li fa nascere vini identitari e di lunga longevità. L’azienda dei Principi di Spadafora è stata fondata da Don Pietro, e dispone di 180 ettari dei quali 100 coltivati a vigneti ad un’altitudine tra i 250 ed i 450 metri sul livello del mare.
Francesco figlio di Don Pietro inizia ad imbottigliare nel 1988, i vini derivano da uve coltivate in regime biologico, sono tutti vinificati con pied-de-cuve delle uve e sono fermentati in assenza di solfiti.
Il Grillo Spadafora è frutto dell’esperienza maturata nel corso degli anni, ha mostrato grande personalità in ognuna delle nove annate che ho assaggiato in verticale in cantina in una splendida e assolata mattinata di ottobre.
Francesco Spadafora nel corso del tasting, leggendo i suoi taccuini, ha snocciolato dati e tempi di raccolta di ogni vendemmia, un’applicazione che ha permesso di capire ed interpretare in ogni annata questo vitigno, che gode di condizioni pedologiche e climatiche particolari in queste colline.

Il Grillo Spadafora deriva due diverse vigne caratterizzate da altitudini e esposizioni diverse, a queste uve si uniscono quelle un’altra piccola parcella vendemmiata in anticipo per apportare freschezza, l’affinamento è effettuato in vasche di cemento per circa un anno. L’annata attuale in commercio è la 2017.

E’ stata davvero entusiasmante questa verticale “Il Grillo attraverso il tempo“, nella quale le sensazioni nei bicchieri hanno espresso un arco temporale dal 2017 al 2008, con alla fine anche i campioni di vasca ’18, ’19 e ’20.
Iniziamo con il 2017, da quest’annata non riporta in etichetta il vitigno, non essendo per scelta Doc Sicilia, il suo nome è Principe G. Paglierino luminoso, dal bello naso fresco di pesca bianca, frutta esotica, piacevoli note agrumate, felce e pepe verde, ha sorso vivo e teso, e chiusura fruttata e salmastra. 89/100
Il 2014 è di gran registro, colore paglierino carico e lucente, intenso al naso di gelsomino, anice, pesca e melone giallo, scorza di agrumi e rosmarino, la bocca è piena, equilibrata e di lunga scia. 90/100
Il 2013 è sorprendente a sette anni dalla vendemmia, ha un paglierino vivacissimo e una freschezza olfattiva e gustativa incredibile, sensazioni che richiamano l’annata precedente ma con più verticalità e lunghezza. 92/100

Il 2012 ha colore paglierino con lampi dorati, olfatto elegante, mix floreale e fruttato, con accenni di sensazioni di idrocarburi. La bocca ha elegante morbidezza, raffrescata da una vena sapida deliziosa. 91/100
Il 2009 è un’espressione fantastica!! Nel bicchiere lampi dorati vivi, naso pieno e poliedrico di frutta matura, origano, spezie piccanti e dolci, idrocarburi. Sontuosa la bocca tesa, piena e lunga. Da ricordare. 94/100
Il 2008 mostra una evoluzione importante sin dal colore dorato carico, sensazioni di camomilla, pera e cedro canditi, confettura di agrumi, note di pasticceria. Ha sorso morbido e pieno con chiusura salina. 89/100
La performance di questo vino bianco da uve Grillo è stata davvero notevole, uno stato di forma ottimale in tutte le annate, con una gran longevità nella 2009 e nella 2012 che hanno ancora davanti a loro tanti anni in bottiglia.
Dopo la verticale, abbiamo assaggiato le annate che usciranno prossimamente, il compiuto campione di vasca 2018 pronto per andare in bottiglia, il 2019 e il 2020, che mostrano tutta la loro gioventù da domare con il tempo.
Altra chicca, il Grillo macerato sulle bucce, il Siriki 2016 e 2017, hanno colore giallo dorato che vira su note aranciate, olfatto pulito e piacevole di zagara e camomilla, con pesca gialla matura, albicocca, agrumi e macchia mediterranea più espressa nel’16. Entrambe le annate piene, con sensazioni saline importanti.

Francesco e la figlia Enrica Spadafora
La chiosa di questa verticale, che ha messo in luce tutte le grandi doti e potenzialità del Grillo di queste bellissime colline, si può riassumere in una battuta di Francesco Spadafora che mi è particolarmente piaciuta: “La cosa interessante di questo territorio collinare è che è così da secoli, e sarà così per secoli, nessuno farà mai un paese qui, non si vedranno mai agglomerati di case, ma solo vigneti ed è qui che deve stare l’uva, da sola.
di Luigi Salvo
Leggi tutto l’articolo: https://bit.ly/3ejh1RJ
pubblicato il 2 Novembre 2020 su giornalevinocibo.com