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TANTISSIMI ASSAGGI DA REMOTO, PER L’EDIZIONE 2020 DI SICILIA EN PRIMEUR: L’ANTEPRIMA DELL’ANNATA 2019 (E NON SOLO)
Il consueto appuntamento annuale con l’anteprima dei vini siciliani è stato rinviato al 2021. L’emergenza Covid-19 quest’anno ha impedito l’organizzazione di Sicilia en Primeur. L’edizione 2020 si è svolta solo in digitale, con gli interventi di Alessio Planeta, Presidente di Assovini Sicilia, Antonio Rallo, Presidente del Consorzio DOC Sicilia, lo chef Pino Cuttaia, Presidente de Le Soste di Ulisse e dell’enologo Mattia Filippi, che ha presentato dati e caratteristiche salienti della nuova annata.
Un’isola nel cuore del Mediterraneo. Il patrimonio autoctono
La Sicilia, con i suoi 98.992 ettari, è la prima regione vitivinicola italiana, ma è al quarto posto per produzione complessiva, con una resa per ettaro di circa 62 quintali, rispetto ai 102 della media nazionale. Grazie alla sua posizione al centro del Mediterraneo, è da sempre vocata per la coltivazione della vite. Negli ultimi vent’anni, i produttori si sono impegnati in un lavoro di recupero e valorizzazione delle uve autoctone, che da secoli hanno trovato la miglior interazione con il terroir. Oggi si coltivano una ventina di uve storiche tra cui: il nero d’Avola, il nerello mascalese, il nerello cappuccio, il frappato, il perricone, il corinto nero, il catarratto, il carricante, la minnella, il grillo, l’inzolia, il grecanico, lo zibibbo, il moscato bianco e la malvasia. Da alcuni anni, molti viticoltori stanno anche lavorando sul recupero di varietà reliquia, vitigni antichi ormai abbandonati, che rappresentano la memoria storica del territorio e un inestimabile valore dal punto di vista ampelografico.
La viticoltura siciliana e l’annata 2019
La 2019 è stata un’annata buona da un punto di vista qualitativo, con una produzione di 4,3 milioni di ettolitri: dopo la 2014 e la 2011, la più bassa degli ultimi 10 anni. Nell’isola, il clima soleggiato e ventilato e la privilegiata posizione geografica consentono di praticare una viticoltura sostenibile, sempre più orientata al biologico: a fronte di una percentuale nazionale che si attesta attorno al 17%, la Sicilia sfiora il 30%.
L’andamento climatico
I paesi caratterizzati da un clima mediterraneo hanno risentito in percentuale minore dell’innalzamento delle temperature medie causate dai cambiamenti climatici, le temperature del 2019 sono state infatti in linea rispetto alla media degli ultimi 30 anni, la primavera piuttosto fredda ha comportato un ritardo nel germogliamento e nella fioritura, con produzioni piuttosto basse.
Se questa è stata la tendenza generale dell’inizio della stagione, per valutare correttamente l’annata è necessario scendere nel dettaglio. Nella Sicilia occidentale, durante la primavera e l’estate il clima è stato abbastanza fresco, con maturazioni lente e vendemmie leggermente ritardate. Condizioni particolarmente favorevoli per il catarratto, il grillo e l’insolia, che presentano aromi intensi e maturi, ben equilibrati e un livello di acidità molto alto. Il nero d’Avola, oltre che da una notevole freschezza di base, è stato avvantaggiato dalle basse rese, che hanno consentito di ottenere corredi aromatici particolarmente ricchi.
Nell’area sud-orientale, il clima fresco di fine estate ha favorito vendemmie leggermente tardive, che consentiranno di avere nero d’Avola, frappato e cerasuolo di Vittoria, particolarmente freschi, eleganti e longevi.
La zona nord-orientale ha potuto godere d’un inizio d’autunno con un clima eccellente, che ha permesso di arrivare in vendemmia con perfette maturazioni fenoliche. Per il carricante si prospetta un’annata straordinaria, con vini intensi e vibranti e altrettanto buone sono le attese per il nerello mascalese. Il bilancio finale dell’annata è sicuramente positivo, con vini equilibrati, ricchi da un punto di vita aromatico e sostenuti da una notevole acidità.
Grillo di grande carattere è il Siriki Bianco Bio 2015 della Tenuta dei Principi di Spadafora. È realizzato con una macerazione sulle bucce di 25 giorni e riposa un anno sui lieviti prima dell’imbottigliamento. Il risultato è un vino ampio e ricco, con note di frutta gialla matura, frutta tropicale, agrumi canditi, erbe officinali, un finale lungo e salino.
Siriki Rosso 2015 della Tenuta dei Principi di Spadafora, è una Syrah realizzata senza solfiti aggiunti. Conserva intatta l’esuberante fragranza dell’uva, con aromi di mirtillo, ribes nero, che rendono il sorso succoso e croccante, piacevolmente diretto e immediato.
Più complessa e intensa l’etichetta Sole dei Padri 2009 Tenuta dei Principi di Spadafora, che regala una Syrah ricca e profonda, con aromi di piccoli frutti a bacca scura, sensazioni di humus e sottobosco, freschi cenni balsamici, note di ginepro, tannini eleganti e una chiusura lunga e speziata.