24 Giu 2019 Sincero

“Ho voglia di bere un bicchiere di vino, ma come faccio a sapere cosa mi può far male?”
Spesso ci sono “produttori” che lo sono di fatto sulla carta, ma in realtà non sono loro che producono perché c’è sempre un terzo responsabile e chi produce non conosce cosa c’è dentro la propria bottiglia.
Questa è la domanda che spesso il consumatore rivolge ad un produttore
e il produttore rimane spiazzato e
risponde spesso…senza rispondere.
In Francia, in Italia o nelle zone
illuminate del resto del mondo alcuni produttori si occupano personalmente
della coltivazione e della trasformazione delle proprie uve.
Questi produttori sono diventati personaggi strani, convivono con la terra, assaggiano l’uva, bevono i loro prodotti e stanno attenti a non mettere nulla perché l’indomani hanno il bisogno di stare bene.
Non basta più coltivare in regime
biologico perché i danni li fai quando l’uva arriva nelle cantine dove le manipolazioni sono possibili per rendere il prodotto trasformato, dicasi vino, il più possibile piacevole a tutti.
Ogni uva ha delle caratteristiche, ogni territorio produce un’uva secondo la struttura della terra
e modificare il vino seguendo uno stile diverso solo per piacere a qualcuno, vuol dire
utilizzare prodotti, autorizzati, ma che sviano il consumatore da quello che in realtà
sarebbe stato il risultato finale se non li avesse utilizzati.
Non è un problema quante bottiglie produci ma con quale filosofia le produci,
non è un problema cercare di fare il meglio che tu possa fare, ma diventa un problema
cosa sei disposto a fare per produrre un vino che diventa una bevanda piacevole per tutti.
Pietro Giuseppe Maria