Un tavolo, le bottiglie appoggiate su, qualche bicchiere e dopo ventisei anni ancora qualcuno che viene a trovarti. Hanno dimenticato i telefonini, i social e parlano, chiedono, comunicano a voce quando oramai, troppo spesso, si comunica via mail.
Questa è una fiera, è una opportunità di incontrare persone che, qualche volta, vedi solo una volta all’anno, ma che ti sorridono e sono curiosi di conoscere le novità e di assaggiare le nuove annate.
Non sei mai solo, una figlia, una moglie, due managers, ospiti ed amici, woooo che team.
Vai in fiera in bicicletta per sgranchirti le gambe, la posteggi vicino e la sera torni in albergo comeJohn Wayne.
Quattro giorni dove riassumi un anno, dalla potatura alla vendemmia, dal piéd de cuvé alla malolattica e fino alla bottiglia e poi guardi gli occhi e cerchi di capire se le “tue certezze” possano diventare delle certezze per tutti.
Ovvio, il dubbio c’è sempre, ma quello ci accompagna quotidianamente e la migliore medicina per renderlo meno aggressivo è proprio il nostro ventiseiesimo Vinitaly.
Francesco Spadafora