“Il cemento è un vaso vinario intermedio, tra il legno e l’acciaio. Fa – in minima parte – il lavoro che può fare una botte grande in legno, con alcune interessanti eccezioni: per esempio una microssigenazione costante e graduale con l’esterno ( quindi un dialogo tra vino, cemento e l’ambiente in cui si trova, con una costanza termica graduale) mentre il legno risente invece a volte di shock termici, così l’acciaio. Inoltre il cemento – a differenza del legno – non rilascia alcun sentore, permettendo così una naturale evoluzione del vino.
(Winesurf editoriale del 9 Gennaio 2018).
Questa in foto è la cantina che ho ereditato dalla mia famiglia e che utilizziamo ancora oggi.
Ed è una fortuna aver ereditato tali vasche, non solo per quanto si legge sopra, ma anche perché vinificare su vasche in cemento di nuova generazione non da le stesse emozioni e la stessa responsabilità di vinificare dove c’è stata la storia.
È come se gli assaggi dell’uva li ritrovi al gusto perché non ha alcuna deviazione all’olfatto ed in più hai quello scambio minimo con l’ambiente che ti circonda che te lo fa sentire come il vino di casa tua.
Francesco Spadafora