La potatura come momento di rinascita.
Potare probabilmente è il momento più entusiasmante dell’anno per un vignaiolo, perché potare bene significa due cose:
nell’immediato allungare la vita alla pianta e quindi raccoglierne i frutti nove mesi dopo.
Potare non è un taglio arbitrario, ma un gesto d’intesa con la pianta perché solo chi pota vede la pianta alla fine della sua stagione produttiva e può capire come può venirle incontro per garantire il proseguo della sua vita.
Il taglio deve essere deciso e meditato a fin di bene, immaginando che in quella pianta il flusso di linfa che parte dal basso non vuole interruzioni, così che la strada sia senza deviazioni.
Il taglio in foto è per farVi vedere cosa intendiamo per strada libera da deviazioni, così che i canali dove passa l’acqua prelevata dalla terra, non abbia alcun ostacolo.
È un lavoro lontano dai rumori dei social, lontano dai palchi e dalla platea con Il bicchiere in mano che chiede, per esempio, come mai in quel vino l’aroma non sia abbastanza lungo in bocca e tu pensi alla tua pianta che ha dato il massimo per produrre quel grappolo che a detta del tuo interlocutore non è così completo come si vorrebbe.
“Potare” significa rispetto per la terra, perché quella pianta non chiederà troppe sostanze per vivere se produrrà il giusto; significa rispetto per i grappoli rimasti e per il liquido che ne verrà fuori sorridendo al commento ” non è abbastanza lungo”, perché sinceramente a noi interessa di più che sia sano.
Pietro Giuseppe Maria